È Sempre Possibile Sostituire I Denti Mancanti Con Le Tecniche Di Implantologia Dentale?

Come sostituire i denti mancanti con impianti dentali

Contenuto

La soluzione più semplice ed economica alla totale mancanza di denti, persi nel corso degli anni vuoi per patologie odontoiatriche che per lesioni traumatiche, è stata nel passato una protesi fissa “a ponte”, che poteva sfruttare l’appoggio sui denti ancora presenti o una protesi mobile che sfruttava invece l’appoggio alla mucosa gengivale, dalla mancanza di pochi denti fino alla totale perdita dei propri denti e all’utilizzo di una protesi mobile totale, la classica “Dentiera”, tanto temuta per la difficoltà di stabilità nell’eloquio e soprattutto nell’alimentarsi.

Impianti dentali e nuove tecnologie

Oggi, con la possibilità di poter inserire impianti osteointegrati in titanio che vadano a sostituire tutti o alcuni dei denti non più presenti, il ricorso a determinati tipi di protesi mobile è relegato ai pochi casi in cui, per problemi di ridotta quantità o di non sufficiente qualità dell’osso residuo della base mandibolare (arcata inferiore) o di quella mascellare (arcata superiore), può divenire complesso, se non impossibile, l’inserimento di impianti osteointegrati. Soprattutto poi se si associa anche un quadro di salute generale del paziente non perfetto.
La stabilità dell’impianto dentale, infatti, dipende completamente dalla corretta formazione di osso alveolare intorno all’impianto stesso nella fase di guarigione (integrazione dell’impianto) e richiede quindi una adeguata quantità di osso nel quale poterlo inserire, oltre ad una corretta funzionalità dei meccanismi di guarigione, soprattutto in merito alla fisiologia del metabolismo osseo.
Quello che spesso viene incorrettamente definito il rischio di “rigetto” dell’impianto corrisponde in realtà, non ad una vera reazione di rifiuto del dispositivo medico da parte del sistema immunitario, ma ad una non corretta integrazione di tale dispositivo con l’osso alveolare del paziente durante la guarigione.
C’è poi da dire che alcuni aspetti che esulano la clinica vera e propria diventano spesso motivo di impedimento all’utilizzo dell’implantologia dentale.
Infatti spesso è lo stesso paziente che, anche se clinicamente idoneo, non si rivolge all’implantologia, per motivi extra-clinici: la paura del dolore durante l’intervento o nei giorni successivi; i tempi mediamente lunghi (mesi) della osteo-integrazione impianto-osso; i costi della terapia, che su grosse riabilitazioni diventano certamente “importanti” nel loro totale.

Implantologia oggi

C’è da dire che l’implantologia dentale osteointegrata oggi è ormai pratica quotidiana di un ambulatorio odontoiatrico e non intervento eccezionale. L’intervento è completamente indolore durante l’esecuzione della terapia di inserimento dell’impianto ed i postumi sono minimi se si seguono le indicazioni dell’odontoiatra in termini di alimentazione, igiene orale, utilizzo corretto di eventuali farmaci e sono equiparabili, se non inferiori, a quelli della comune avulsione di un elemento dentario.
L’evoluzione e lo studio di tecniche sempre più valide e prevedibili ha portato poi un miglioramento della prognosi e un accorciamento dei tempi clinici; certo, i tempi più o meno lunghi dipendono dalla situazione clinica del caso, ma in effetti oggi si sono enormemente accorciati, fino ad essere possibile in determinati casi la cosiddetta “implantologia a carico immediato”, dove si entra nello studio senza denti e si esce già con i dispositivi inseriti e in grado di supportare i denti artificiali fissi!
Resta inteso che solo la valutazione di un odontoiatra può attestare la fattibilità di un intervento implantare, considerando le esigenze e le condizioni cliniche del paziente e della struttura ossea del suo cavo orale. Sarà cura del dentista anche la richiesta di eventuali esami strumentali di approfondimento che vanno dalla semplice radiografia panoramica fino alla TAC tridimensionale con tecnica ConeBeam, piuttosto che di esami ematochimici o consulti con altri specialisti in caso di patologie che alterando lo stato di salute generale del paziente rendono più complessa la guarigione dei tessuti e quindi l’osteintegrazione di un impianto dentale.